Ecco una grande sfida!
Ovunque si parla di GDPR, Privacy, DPO, DPIA, con preoccupazione e fastidio.
Nuove regole, nuove sanzioni, poca chiarezza su come muoversi (e per qualcuno anche se muoversi o attendere…), desiderio per tante aziende di un elenco di attività da fare per togliersi il pensiero.
E invece no….
Il Regolamento 679/2011 (GDPR) ha introdotto diverse novità in merito al trattamento dei dati personali: il nuovo approccio si basa sul principio di protezione dell’interessato e impone, alle aziende che trattano dati personali di persone fisiche, nuovi obblighi.
Uno dei punti principali è l’analisi del rischio (risk assessment), di cui ogni titolare del trattamento si deve far carico per poter definire metodi e strategie.
La privacy dovrà essere considerata come elemento in entrata in ogni nuovo processo e come tale considerata (Privacy by design).
L’analisi dei rischi è la fase più critica e per questo più importante, le fondamenta su cui poggia un buon sistema di gestione privacy.
E come ogni azienda è unica così anche ogni analisi del rischio è unica.
Dove si nasconde l’opportunità?
Proprio nella fase più critica, l’analisi del rischio.
Perché non approfittare di un obbligo per andare a fondo di tante attività a cui non si aveva mai dato tanto peso:
- la gestione informatica di siti, gestionali, posta elettronica è spesso frammentata tra aziende diverse, consulenti che lavorano in modo indipendente…, non ci si sofferma a valutare le possibili ottimizzazioni di questi aspetti che non sono il core business dell’azienda ma un mezzo per ottenere i risultati sperati;
- i servizi esternalizzati (buste paga, medico competente, RSPP);
- i dati che raccolgo e conservo usando tanta carta, spazio, tempo mi servono davvero tutti? O in realtà ne uso solo una minima parte?
E magari scoprire che posso rendere migliore il mio sistema di lavoro risparmiando?
Tentare non nuoce!
